lunedì 13 agosto 2012

A cosa servono i brevetti?

Brevetti PADI
Nota: Questo diagramma si intende puramente un'illustrazione
della complessità raggiunta nella brevettistica.
Per chi fosse interessato nella formazione con la PADI
 consiglio di reperire informazioni aggiornate
sul sito dell'organizzazione. 
 Sin dall'inizio dell'attività subacquea il neofita viene informato dell'esistenza di vari brevetti, che principalmente regolamenterebbero la profondità massima che può raggiungere durante un'immersione. Per alcune didattiche per poter raggiungere 40 metri di profondità (che poi sarebbe il limite per le immersioni "ricreative") bisogna essere in possesso di 3 brevetti, che spostano i limiti di profondità a 18, 30 e 40 metri. Una spesa non da poco, visto che un corso per un brevetto costa 2-300+ euro. Ma esiste davvero una legge che regolamenta queste cose?
E bisogna veramente avere un brevetto "deep" per provare un'immersione a 30+ m?
Vedremmo sotto quali brevetti ha senso conseguire appena iniziato a fare sub, e per quale ragioni (vedrete che gli aspetti legali potrebbero essere l'ultimo dei motivi per prendere un brevetto).
L'articolo si riferisce al territorio Italiano.

1. La legge

In Italia NON esiste alcuna normativa in vigore a livello nazionale che imponga l’obbligo di conseguimento di un brevetto per la pratica dell’attività subacquea in acque interne o marine. Esistono alcune normative regionali e dei regolamenti emanati da alcune capitanerie di porto che prevedono il possesso di un brevetto per fare immersioni, ma a parte queste specifiche aree marine, il brevetto non è obbligatorio. Quindi non è vero che la legge italiana ti obbliga a prendere un brevetto per fare delle immersioni, che siano guidate o in autonomia. E' più corretto dire che in alcune aree marine esistono dei regolamenti da seguire. I regolamenti li trovati sui siti delle varie regioni e/o capitanerie di porto delle zone dove intendete immergervi. Bisogna anche dire che  in Italia in tutte le aree marine protette, da sempre mete privilegiate dai sub, esistono dei regolamenti che impongono qualche restrizione in base al brevetto.
Avere almeno un brevetto di primo livello (Open Water) vi permette di stare tranquilli, senza dover studiare le regole delle capitanerie e di dover stare aggiornati con le normative locali. Io non ho poi sentito di persona e neanche trovato su internet persone che siano state controllate e multate da una capitaneria di porto per aver superato i limiti di profondità del loro brevetto. Se avete delle esperienze in merito vi invito a condividerli commentando questo post.

2. I regolamenti dei diving

Se la normativa italiana non è poi così vincolante in merito, tanti diving chiedono comunque ai loro clienti, sopratutto in caso di immersioni guidate, di esibire un brevetto e spesso condizionano la partecipazione a certi tipi di immersione (notturne, sui relitti, in grotta, a profondità vicine ai 40m) al possesso di un brevetto di tipo avanzato. Questo accade per evitare situazioni pericolose durante l'immersione. Anche qui c'è da dire che spesso l'esibizione di un certo tipo di brevetto va a riempire un vuoto di conoscenza relativo alla persona. Se si va da un diving insieme a degli amici che le guide conoscono già, che indicano la vostra capacità di fare una certa immersione, il brevetto non è più un problema. Più che un brevetto è importante per una guida, nel valutare la capacità di un sub che non conosce di affrontare un'immersione con degli elementi di difficoltà, l'esperienza che il suddetto sub riesce a dimostrare di avere. E se non si ha un brevetto advanced e nessun amico che possa garantire la vostra esperienza? Alla fine i diving vivono dei soldi per le immersioni, quindi potrebbe essere che si organizza una prima immersione di "introduzione" e poi, una volta visti in acqua, se vi vedono sicuri di voi vi portano ovunque. Mi è successo in vacanza, avevo un brevetto Open appena rilasciato e la guida mi ha portato in una piccola grotta, poi in un altra immersione siamo andati a 42 m, ma la prima immersione l'abbiamo fatta più conservativa. Potrebbe essere utile anche portarsi con se in vacanza il log book, come ulteriore prova dell'esperienza personale.
Certo qui parliamo dei diving seri, ci sono anche quelli che portano "cani e porci" ovunque, ma non li prenderei in considerazione.
Ovviamente se si va a fare immersioni con il proprio gruppo di amici e/o soci del club sub locale, il problema della selezione in base al brevetto non si dovrebbe presentare, in quanto dovrebbe valere la diretta valutazione della preparazione di ogni singolo membro del gruppo.

3. La preparazione didattica


Ottenere un brevetto significa seguire un corso, con tanto di lezioni teoriche e pratiche. La subacquea è un'attività che non lascia tanto margine per gli errori, quindi avere una preparazione adeguata è essenziale. Ecco perché ha sicuramente senso fare almeno il brevetto base. Prima di fare un'immersione "seria" conviene fare delle esperienze in aree confinate in totale sicurezza.
 E per l'advanced" cosa ti insegnano? Dipende dalla didattica, ma di solito si riceve training in attività quali l'orientamento sotto acqua, immersioni notturne, recupero di materiale. Rispetto al training base sono cose che si potrebbero provare anche durante delle normali immersioni con degli amici più preparati. In ogni caso sono cose che si imparano meglio facendo prima un po' di esperienza, anche se gli slogan di alcune didattiche pubblicizzano il fatto che il brevetto advanced si può fare subito dopo il Open Water base.
E il brevetto "deep", che in alcune didattiche dovrebbe spingere il limite di immersione dai 30 ai 40 m? Provate a studiare le presentazioni delle didattiche, io personalmente non trovo l'utilità, a meno che veramente non riuscite a trovare una guida che vi porti ai 40 m con il vostro "normale" brevetto. 
A parte questi brevetti, ci sono anche dei corsi/brevetti più specializzati, per esempio per utilizzare la muta stagna, per immergersi nelle grotte, per imparare a soccorrere un subacqueo in difficoltà ("rescue") etc. Potrebbero essere utili in base al tipo di immersioni che preferite fare.
Si aggiungono i brevetti per le immersioni con miscele diverse dall'aria, ma quella è un'altra storia.

In conclusione, per iniziare a fare subacquea e avere delle belle esperienze conviene fare un brevetto base con un istruttore bravo (la didattica scelta è meno importante, alla fine insegnano le stesse cose e si vantano tutte di essere riconosciute dappertutto). In seguito, secondo me, prima di andare avanti con ulteriori brevetti conviene investire i soldi nell'acquisto di attrezzatura valida e in immersioni, alla fine l'esperienza personale è meglio di qualsiasi corso.

2 commenti:

  1. Scrivi che hai portato un Open a 42m ed in grotta: non sai il rischio che hai corso. In poche parole, hai agito da incosciente. Questo tipo di attività sono precluse anche ad un Deep (profondità massima: 40m, mentre per la penetrazione in grotta è richiesta la specialità Cavern Diver).
    I brevetti servono per acquisire particolari abilità necessarie a tirarsi fuori d'impiccio, e a fare esperienza in regime di relativa sicurezza di situazioni nuove prima che possano verificarsi. Concordo sul fatto che debbano essere obbligatoriamente seguiti da molta, moltissima pratica (decine di immersioni, se non centinaia).

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    1. Nella situazione a cui mi riferivo sono stato io ad essere portato in quei posti, essendo ai tempi appena brevettato. In seguito al tuo commento ho modificato il testo per maggiore chiarezza. Per ulteriore maggiore chiarezza, personalmente ho investito migliaia di euro in corsi di subacquea, quindi il mio post non vuole assolutamente passare l'idea che i corsi non servono.

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